Salt of Life

5 Dic 2020

L’eleganza di una signora

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L’eleganza di una signora si vede dalle scarpe che indossa.

Più che un vero e proprio proverbio, questa frase è stata pronunciata dallo stilista Valentino durante un’intervista.
L’ho presa in prestito perché, fin da ragazzo, quando mi trovavo su un mezzo pubblico o in una sala d’attesa, mi divertivo a guardare le scarpe che indossavano i presenti.
Ritenendomi una persona mediamente equilibrata, non mi sono mai preoccupato della cosa. Comunque, a titolo di rassicurazione, sciolgo ogni dubbio: non ho patologie recondite. La mia è una semplice curiosità.

Tuttavia ero smanioso di sapere se ci fosse una relazione tra la scelta di indossare una calzatura piuttosto che un’altra.
Escludendo quando si è a piedi nudi, la scarpa poggia sul terreno e ci ricorda che, sebbene il pensiero creativo volteggi negli ampi spazi, i nostri piedi sono pur sempre a contatto con la Terra.

Non so se qualcuno di voi si è cimentato nell’osservazione. Però, in quanto a scarpe, il fashion italiano ha molto da dire. E – una volta tanto – molto da insegnare.

Qualche tempo fa ho letto un interessante articolo sull’argomento. Una dissertazione che attribuiva alle scarpe, o meglio alle calzature, un significato esteso.
A volte addirittura una scelta di vita. 

Come le Carmelitane scalze o i Frati francescani, che indossano i sandali senza calze – non so come facciano, visto che io porto le calze di lana anche ad agosto – a testimonianza di una povertà vissuta nel presente.

All’opposto ci sono le scarpe col tacco: croce e delizia di ogni signora. Indossate dalle nobildonne dell’alta borghesia nel XVII secolo, per preservare gli abiti dalle lordure sparse per strada. Ma anche per manifestare pubblicamente l’alto rango del loro Stato Sociale.
Pensate che a Venezia era consuetudine indossare zeppe altissime – oltre i 50 cm – tanto che le nobildonne passeggiavano per le calli con al fianco una cameriera, che fungeva da appoggio.

Però le prime scarpe col tacco non furono indossate dalle donne ma, udite udite, dagli uomini.
Precisamente dagli attori dell’antica Grecia, che durante le rappresentazioni calzavano scarpe alte 15 cm, segno tangibile di acclarato talento.
E che dire dei soldati persiani che nel XV secolo calzavano i tacchi per fissare i piedi nelle staffe della sella. O gli aristocratici di corte, che nel secolo successivo li indossavano come segno di mascolinità e potere.
…Che peccato essere nel XXI secolo! Perché un paio di zeppe trampolate mi sarebbero tornate utili per prendere, senza proteso sforzo, la pirofila riposta sull’ultimo ripiano del pensile.

Ironia a parte, volendo fare una retrospettiva antropologica sulle varie misure del tacco, i massmediologici – che non so ancora bene a quale titolo esibiscano il loro sapere – asseriscono che l’altezza del tacco è inversamente proporzionale alla sicurezza economica del presente.

Più c’è instabilità economica più il tacco è alto e pronunciato.

Innalzare il piede dal suolo distacca la persona dal reale, ed evita il logorio della vita moderna. Come diceva l’attore Ernesto Calindri in un Carosello quando, seduto al tavolino nel bel mezzo di un incrocio, reclamizzava un famoso liquore.  [Personaggio campato fino a 90 anni, nonostante la rischiosa performance n.d.r.]

Però c’è un altro fenomeno di massa che ha modificato le nostre abitudini. L’uso indiscriminato delle sneakers. Le ex scarpe da ginnastica, come le chiamava la mia mamma, hanno lasciato il contesto a loro designato, per invadere i luoghi più impensati della nostra quotidianità.

Indossate senza distinzione di ceto, razza, sesso o età.

Con un po’ di preoccupazione da parte degli ortopedici, i quali hanno “timidamente” portato l’attenzione sul fatto che non sarebbero le scarpe più adatte per i piedi dei teneri virgulti.

Così si sono azzerati i distinguo. Ma non è detto che sia una conquista. Dietro il bisogno di sentirsi liberi e anticonvenzionali può nascondersi il desiderio di restare eterni Peter Pan – per i più giovani – o di tornare ad esserlo, per i più grandi.
Delegittimare i contesti indossando una calzatura non adatta, può significare non voler assumere l’onere di rivestire un ruolo.

Sono mie fantasie o è un pensiero condiviso?

La Psicologia Cognitiva afferma che: dal tipo di scarpa indossata si deduce l’aspetto caratteriale del soggetto.

Le scarpe appariscenti e colorate appartengono a persone ribelli. Gli stivaletti e gli anfibi sono indice di personalità tendenzialmente aggressive. Chi sceglie scarpe costose o di marca si preoccupa del giudizio degli altri. Chi indossa scarpe scintillanti o super modaiole sente il bisogno di farsi notare. Le zeppe rappresentano aggressività celate, e sono considerate – più dello stivaletto – un’arma di dominio sul maschio. Ragazzi, attenzione.

Di foggia particolare o colore eccentrico. Abbinate col vestito o con gli accessori, per la donna le scarpe rappresentano un oggetto di seduzione. 

Comunque sia, se le scarpe ci ricordano che i nostri piedi poggiano inesorabilmente per terra, questo non significa che l’astrazione creativa debba essere bandita dal quotidiano.
Il trucco per una sana convivenza tra la poesia e la prosa è mettere in atto la strategia della Sequoia. 

Affondare ben bene le radici nella Terra per poter innalzare il tronco verso il cielo senza correre il rischio di capottare!

Una domanda rivolgo alle lettrici – cui chiedo venia preventivamente – prima dei saluti.
Perché durante il gelido inverno le donne indossano vertiginosi decolletè, rigorosamente senza calze, mentre in estate gli stivali modello Bucaniere della Tortuga, dove il piede ribolle a 104° Fahrenheit?
Forse, nel primo caso, si premedita una piccola vendetta a discapito del partner, che si sentirà poggiare le gelide estremità sulla sua curva del benessere.
Ma a riguardo del secondo, ne ignoro le ragioni.
Ipotizzo: non è che pensano di stirare i cantati “fazzolettini” con una coppia alternativa di ferro a vapore?

5 Risposte

  1. Emanuele

    Grazie per questa riflessione divertente, oltre che interessante. Io non ho mai posto grande attenzione all’abbigliamento delle persone, e quindi neanche alle scarpe. Però noto se una persona è disordinata o fuori luogo. Comunque di sicuro anche le scarpe hanno molto da dire su chi le indossa. Proverò a farci un po’ più caso 🥴

  2. Patrizia

    Non ti preoccupare Giovanni non hai una strana patologia se ami le scarpe , ma sei nato sotto il segno dei Pesci che la tradizione astrologia abbina alle nostre preziose estremità e a tutto ciò che le riguarda ..: la complicità di Venere che in Pescii si trova a suo agio, fa si che tu sia un appassionato di scarpe eleganti e le consideri un segno di distinzione.
    Detto questo io credo che le scarpe siano un po’ un biglietto da visita per ognuno di noi , se di qualità tanto meglio …mai inzaccherate o impolverate : denotano una caduta di stile!!

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